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Beni strumentali: produzione in ripresa e voglia d’investire

Dati Istat: a giugno 2023, +7,6% per la produzione di beni strumentali rispetto a dodici mesi prima. Trainante la domanda interna, a sua volta stimolata dal piano Transizione 4.0, secondo Unimpresa. Oggi gli ordinativi rallentano, avvisa UCIMU, ma non la volontà d’investire, precisa Bankitalia. Lo conferma un sondaggio Confimi Industria: il 78,6% degli associati, quest’anno, impiegherà risorse per ammodernare gli impianti, aumentare la capacità produttiva e l’efficientamento energetico. Con il supporto delle agevolazioni.

Rimbalzo in su per l’industria italiana a metà esercizio. È quanto viene delineato dal report dell’Istat sulla produzione industriale a giugno 2023, pubblicato lo scorso 4 agosto. Un aumento lieve, dello 0,5% rispetto a maggio, ma che segna una dinamica positiva per il secondo mese di seguito. Un andamento in controtendenza rispetto agli stessi dati, in negativo, di Francia e Spagna.

PRODUZIONE INDUSTRIALE, VARIAZIONI % TENDENZIALI

produzione-industriale-gennaio-2019-giugno-2023

gennaio 2019 – giugno 2023, dati corretti per gli effetti di calendario (base 2015=100)

 

Dopo una discesa ininterrotta da gennaio ad aprile, la risalita della produzione industriale su base mensile è segnale incoraggiante, nonostante vada comunque inquadrata nel calo generale, su base annua: rispetto a giugno 2022 la diminuzione è dello 0,8% (dato corretto per gli effetti del calendario). Un trend che si ribalta, però, guardando al dato relativo alla produzione di beni strumentali: confrontato con giugno 2022, quest’anno segna un +7,6%.

 PRODUZIONE INDUSTRIALE PER RAGGRUPPAMENTO PRINCIPALE DI INDUSTRIE

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giugno 2023, variazioni percentuali congiunturali e tendenziali (base 2015=100)

Semestri a confronto

Percentuale positiva per i beni strumentali, secondo le rilevazioni Istat, anche paragonando i primi sei mesi del 2023 con lo stesso periodo del 2022. La produzione cresce del 4%, pur in un quadro complessivo di segno opposto. Nei primi sei mesi del 2023, considerando i dati corretti per gli effetti del calendario, la produzione industriale scende del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2022. Nel primo semestre si registra un calo tendenziale per i beni di consumo del 2,9% e del 9,5% per l’energia.

L’effetto degli incentivi 4.0 sulla domanda interna

Secondo Unimpresa, come riportato in un comunicato stampa diramato l’8 luglio, è l’incremento del consumo di beni strumentali ad aver contribuito a generare crescita per i produttori italiani, a cui si sono rivolti due terzi degli acquisti, creando un circolo virtuoso per tutta la filiera di macchine industriali nuove. «È in gran parte grazie al vecchio Piano Industria 4.0 che si ascrive la crescita della manifattura italiana negli ultimi sette anni, cresciuta di più di quelle di Germania, Francia e Spagna», commenta il consigliere nazionale di Unimpresa, Isa Gatti.

Il programma Transizione 4.0, si legge ancora nel comunicato Unimpresa, porterà a quota 112 miliardi di euro il totale di investimenti in macchinari da parte delle aziende manifatturiere italiane al termine del periodo 2020-2023. Si tratta di una media di spesa pari a 28 miliardi l’anno, più alta del 14,3% rispetto al triennio 2017-2019, quando la media del consumo di macchinari per il settore manifatturiero era pari a 24,5 miliardi l’anno. Nel periodo 2008-2015, la media era pari a 17 miliardi l’anno.

Rallentamento degli ordini e ridimensionamento del credito d’imposta 4.0

«Le nostre aziende al momento stanno ancora lavorando bene, impegnate nella produzione della coda di commesse raccolte l’anno scorso», si legge in un’altra nota, questa volta di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, che riporta le dichiarazioni della presidente Barbara Colombo, in data 21 luglio 2023. «In ragione di ciò i nostri fatturati a fine 2023 saranno ancora buoni. Differenti, se non riusciamo a invertire la rotta già dopo la pausa estiva, saranno, invece, i primi mesi dell’anno prossimo. Per questo, considerato anche il processo di transizione digitale che l’industria manifatturiera del paese sta affrontando, chiediamo alle autorità di governo di intervenire al più presto per confermare e potenziare il piano Transizione 4.0».

Le parole di Colombo tengono in considerazione le avvisaglie di rallentamento degli ordinativi rilevate negli ultimi mesi proprio dal Centro Studi & Cultura di Impresa dell’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot, automazione e prodotti ausiliari.

Nel secondo trimestre 2023, riporta UCIMU, l’indice degli ordini di macchine utensili segna un calo del 21,8% rispetto al periodo aprile-giugno 2022. In particolare, gli ordinativi raccolti all’estero risultano in diminuzione del 10,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre sul fronte interno, l’arretramento è del 38,3%. Su base semestrale la raccolta ordinativi va giù del 23% rispetto ai primi sei mesi del 2022: gli ordini interni si riducono del 29,9%, quelli esteri segnano una riduzione del 18,2%.

Domanda e fiducia

Nel secondo trimestre di quest’anno, parallelamente al progressivo esaurimento degli ordini arretrati e del calo della domanda (soprattutto interna), è peggiorata anche la fiducia delle imprese manifatturiere. Così si legge nel terzo Bollettino Economico della Banca d’Italia, pubblicato a luglio. Le aziende intervistate fra maggio e giugno, viene inoltre evidenziato, restano pessimiste sulle condizioni per investire, soprattutto nell’industria; continuano tuttavia a prefigurare una modesta espansione della spesa nominale per investimenti nell’anno in corso, malgrado le maggiori difficoltà di accesso al credito.

Sondaggio Confimi Industria: nel prossimo triennio il 94% degli associati investirà

La prospettiva ventilata da Bankitalia si ritrova in un sondaggio condotto da Confimi Industria sui propri associati nel mese di marzo. L’81% dei rispondenti ha dichiarato di aver investito nel 2022; il 78,6% ha affermato di avere in programma investimenti anche per il 2023: il 49% per la sostituzione o l’ammodernamento degli impianti; il 39,3% per l’aumento della capacità produttiva, il 33% per l’efficientamento energetico. Segue al quarto posto la digitalizzazione.

Se lo sguardo viene allargato al prossimo triennio, sale al 94% la percentuale di associati orientati a investire: nel 57% dei casi, su sistemi informatici e di sicurezza informatica; nel 55% dei casi in manutenzione di macchine, dispositivi e impianti, nel 25,3% dei casi in tecnologie green.

Gli imprenditori coinvolti nel sondaggio hanno dimostrato di conoscere e apprezzare gli strumenti agevolativi legislativi: il 74,7% ha utilizzato il credito d’imposta sui beni strumentali, il 37,9% la Nuova Sabatini, il 29% il credito d’imposta su R&S, innovazione e design. Solo il 12% non ha mai utilizzato tali strumenti.

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Jessica Gaigher / The Founder

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