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In calo le aziende in difficoltà, decisivo il Fondo di garanzia

Esposte e incapaci di ripagare gli interessi sul debito con i propri utili, sono oggi oltre 23 mila le imprese zombie, tenute “artificialmente” in vita attraverso prestiti e sussidi. Per i morti viventi c’è un antidoto efficace: il Fondo di garanzia. Quasi il 70% delle imprese finanziate dallo strumento, nonostante nel 2020 sembrasse destinato a chiudere, è tornato in salute.

È quanto rileva un recente studio realizzato dal centro di monitoraggio Cerved Research. L’analisi “Anatomia delle imprese zombie”, pubblicata ad aprile 2023, si focalizza sulle imprese in forte difficoltà finanziaria, per alta incidenza dell’indebitamento e incapacità di ripagare gli interessi sul debito attraverso gli utili: le zombie firms.

Fondo di garanzia, effetto antidoto

La ricerca fa emergere la maggiore propensione al risanamento tra le imprese zombie che ricorrono al Fondo di Garanzia. Nel biennio 2020-21, infatti, ad accedere al Fondo è stato il 28,8% (8.102) delle aziende considerate zombie nel 2019. Il 69,6% di queste (contro il 43,1% di quelle non finanziate) è riuscito a sanarsi, grazie a 3,1 miliardi di euro di sovvenzioni.

 

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Zombie: trend verso il basso

L’Italia è uno dei Paesi OCSE a più alta incidenza di imprese zombie. Lo studio Cerved sintetizza il trend in valori assoluti, dal 2012 al 2021: si nota un calo tendenziale, effetto di una maggiore selezione nell’accesso al credito, dell’uscita dal mercato delle imprese più fragili e di un miglioramento della capitalizzazione.

Fa eccezione una risalita sostanziale nel 2020, con il raggiungimento del picco di 40.218 unità causato dalla pandemia. Durante l’anno più difficile per l’emergenza sanitaria, il forte aumento delle aziende a rischio è stato tamponato da misure di sostegno che hanno contribuito a mantenere “artificialmente” sul mercato realtà molto fragili dal punto di vista finanziario.

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Il quadro attuale

Oggi nel paese, in base ai bilanci 2021, sono 23.262 le imprese zombie, un’area di affanno quasi dimezzata rispetto al 2020. Si tratta delle 12.456 imprese non risanate in precedenza, più 10.806 new entry. Il 45,9% di queste imprese è finanziato dal Fondo di Garanzia, che dimostra la sua efficacia come strumento di stabilità e resilienza, con 7 miliardi di euro, a fronte di 20,4 miliardi di debiti finanziari iscritti a bilancio.

Una misura da tutelare

Importante consentire al Fondo di continuare a mantenere il proprio ruolo di sostegno alle PMI. In base al secondo Bollettino Economico 2023 della Banca d’Italia, pubblicato ad aprile, con il rialzo dei tassi ufficiali che continua a trasferirsi al costo del credito, i prestiti bancari si sono contratti tra novembre e febbraio. In particolare quelli verso le imprese (-0,5%), per effetto della debolezza della domanda e di criteri di offerta più stringenti.

La stessa restrizione si ritrova anche nei numeri del Fondo per le PMI: a marzo la caduta dei finanziamenti garantiti ha raggiunto il 46% in termini di numero di domande e il 52% per quanto riguarda l’importo (fonte: Ufficio Studi Gruppo NSA).

Certo il livello resta superiore a quello pre-pandemia: dal primo gennaio al 31 marzo 2023, sono state quasi 59 mila le domande accolte a livello nazionale, per circa 11 miliardi di euro di finanziamenti e oltre 8 miliardi di importi garantiti.

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Jessica Gaigher / The Founder

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