Lo scorso 24 settembre, anche Agevola Imprese Group ha preso...
Scopri di piùBeni materiali 4.0, la Legge di bilancio rimodula i termini
C’è tempo fino al 30 settembre 2023 per completare gli investimenti in beni strumentali materiali 4.0 prenotati entro fine anno, usufruendo del credito di imposta maggiorato al 40% previsto per il 2022. Il comma 423 della Legge di bilancio cambia ancora il termine ultimo per effettuare gli investimenti 4.0. Il precedente decreto Milleproroghe, approvato solo settimana scorsa, stabiliva infatti al 31 dicembre 2023 la scadenza per la consegna dei beni agevolati. Vale la data anteriore stabilita in Manovra.
La Legge di bilancio 2023, la cui definizione è attesa per oggi a palazzo Madama, cambia di nuovo il termine ultimo per effettuare gli investimenti in beni materiali 4.0 prenotati entro fine anno, ottenendo i crediti d’imposta maggiorati del 2022: 30 settembre 2023.
Il precedente decreto Milleproroghe, approvato il 21 dicembre 2022, sanciva lo slittamento al 31 dicembre 2023. Secondo il principio “lex posterior derogat priori”, il DL viene però ora sovrascritto dal comma 423 della Legge di bilancio. Resterà probabilmente quest’ultimo l’ambito normativo di riferimento per la disciplina che, pare, sarà stralciata dal Milleproroghe, atteso in Gazzetta ufficiale il 31 dicembre.
Nove mesi per ultimare l’acquisto di beni materiali 4.0
Le imprese che stanno concludendo ora gli ultimi ordini di acquisto di beni materiali 4.0 (allegato A alla legge 232/2016), se entro sabato prossimo effettuano la prenotazione (ordine e acconto non inferiore al 20% del prezzo), potranno perciò disporre dei primi nove mesi del 2023 per completare l’acquisto agevolato secondo lo schema di crediti di imposta previsto dal comma 1057 della legge 178/2020:
- 40% fino a 2,5 milioni;
- 20% tra 2,5 e 10 milioni;
- 10% tra 10 e 20 milioni.
Dal 2023, in assenza di prenotazione precedente, oppure nel caso in cui l’investimento prenotato nel 2022 slitti a dopo il 30 settembre, le aliquote si dimezzano (20%, 10%, 5%).
La data di effettuazione dell’investimento corrisponde a:
- data di consegna o spedizione per i beni acquistati o acquisiti in locazione finanziaria;
- data di ultimazione della prestazione (accettazione dell’opera da parte del committente) per gli investimenti in appalto.
Non rilevante, per stabilire il periodo in cui si realizza l’investimento, la data di entrata in funzione del bene o dell’interconnessione.
FAQ: se il costo sale e l’acconto riduce il proprio valore percentuale?
L’Agenzia delle Entrate ha precisato che, se il corrispettivo finale risulta in ultima istanza superiore a quello dell’ordine, rendendo l’anticipo pagato inferiore al 20%, si può comunque applicare il regime vigente al momento dell’ordine sulla parte di costo coperta dall’acconto, mentre sull’eccedenza viene calcolato l’incentivo minore previsto nell’anno seguente.
In pratica:
- fine 2022: ordine accettato – costo previsto: 1 milione – acconto pagato: 200 mila euro
- settembre 2023: alla consegna – costo totale: salito a 1,3 milioni,
- credito d’imposta spettante: 40% (credito 2022) su 1 milione e 20% (credito 2023) sull’eccedenza di 300 mila euro
Nessuna proroga: investimenti software 4.0 e ordinari
Gli investimenti in beni immateriali 4.0 (allegato B, legge 232/2016) fino a un milione di costo effettuati nell’anno 2022, oppure entro il 30 giugno 2023 in presenza di prenotazione entro il 31 dicembre 2022, beneficiano di un credito d’imposta del 50% invece che del 20% (percentuale in vigore dal primo gennaio 2023). Per questi investimenti non è previsto nessuno slittamento per sfruttare il credito maggiorato: la scadenza del primo semestre 2023 rimane invariata.
Non ci sono proroghe nemmeno per il completamento degli investimenti in beni ordinari (come computer, server, arredamento, carrelli elevatori, impianti di riscaldamento o condizionamento, autocarri…) prenotati entro la fine di quest’anno. Al fine di ottenere il credito d’imposta del 6%, resta confermata la scadenza del 30 giugno 2023 per l’effettuazione dell’investimento. Dal 2023, per questi investimenti “non 4.0” non è più previsto nessun credito di imposta.
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Jessica Gaigher / The Founder
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