Transizione Green

Transizione green, azioni concrete per un traguardo ideale

Una traiettoria di crescita mirata a trasformare l’UE in una società giusta e prospera, dotata di un’economia competitiva, efficiente sotto il profilo delle risorse, capace di conservare il proprio capitale naturale e proteggere la salute dei cittadini dai rischi di natura ambientale. Il Green Deal è parte integrante della strategia della Commissione per attuare l’Agenda 2030.

Si tratta di una sfida monumentale, che richiede massicci investimenti pubblici e ampi sforzi per indirizzare i capitali privati verso interventi a favore del clima e dell’ambiente.

DNSH: nessun danno per ottenere i fondi del PNRR

Il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, ovvero il fondo dell’Unione che fa da cardine al programma Next Generation EU, tra i vari obiettivi, si propone di sostenere interventi che contribuiscano ad attuare l’Accordo di Parigi e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

I suoi strumenti operativi, i singoli piani nazionali per la ripresa e resilienza (PNRR) sono concepiti per essere conformi al principio DNSH in ogni misura che mettono in atto. Do No Significant Harm: per accedere ai finanziamenti del fondo, gli interventi previsti dai piani non devono arrecare nessun danno significativo all’ambiente e devono concorrere, ciascuno, per il 37% delle risorse alla transizione ecologica.

Il PNRR italiano destina alla rivoluzione verde 59,46 miliardi di euro, il 31,05% dell’importo totale delle sue disponibilità.

Un asso nella manica per le imprese green

Quali sono i vantaggi per le aziende che dimostrano un orientamento alla sostenibilità? Maggiore probabilità di accedere a prestiti agevolatiincentivi ad hoc per progetti a elevato contenuto di innovazione e sostenibilità. E poi la possibilità di guadagnare una precedenza nell’ambito dei bandi di volta in volta pubblicati, diversificati a seconda del settore.

In alcuni casi i fondi sono assegnati semplicemente su base temporale fino all’esaurimento o alla scadenza del termine di presentazione; in altri, invece, viene redatta una classifica a seconda del punteggio di merito (principio del contributo all’obiettivo climatico e digitale o “tagging”). Ad esempio, per l’adesione alla misura Green New Deal, avviata il 17 novembre, l’impresa richiedente e il suo piano di investimento vengono valutati non solo per quanto riguarda il ritorno in ambito finanziario, ma soprattutto per quello in ambito tecnologico o sostenibile.

Per accedere a determinate agevolazioni, l’azienda potrebbe essere tenuta a presentare un report di sostenibilità o una certificazione ambientale

SACE Green New Deal

Il disegno di Legge di bilancio 2023, presentato il 29 novembre 2022 dal Ministro dell’economia e delle finanze Giorgetti alla Camera (scarica PDF), prevede uno stanziamento per il 2023 di 565 milioni di euro, a copertura di un limite massimo di esposizione pari 3 miliardi di euro, per le garanzie che SACE S.p.A. è autorizzata a rilasciare nell’ambito dell’operatività Green New Deal.

Attraverso lo strumento della Garanzia Green, rilasciata a condizioni di mercato, controgarantita dallo Stato, nella misura massima dell’80%, SACE finanzia progetti sul territorio nazionale finalizzati ad agevolare la transizione verso un’economia a minor impatto ambientale, integrare i cicli produttivi con tecnologie a basse emissioni per la produzione di beni e servizi sostenibili e promuovere una nuova mobilità smart a minori emissioni inquinanti, nonché l’uso di energia da fonti rinnovabili.

I volumi garantiti con Garanzie Green SACE dal 2020 ad oggi superano i 3 miliardi di euro.

La Garanzia Green riguarda finanziamenti di scopo. L’eleggibilità delle iniziative, infatti, viene valutata attraverso una due diligence sulla base della tassonomia definita dall’Unione europea. In particolare, i progetti devono produrre un beneficio significativo almeno in uno dei seguenti obiettivi ambientali, senza danneggiare nessuno dei rimanenti:

  • mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento agli stessi;
  • uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine;
  • transizione verso l’economia circolare;
  • prevenzione e riduzione dell’inquinamento;
  • protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.

Investimenti Sostenibili 4.0

A sostegno di nuovi investimenti imprenditoriali innovativi e sostenibili, questa misura è diretta alle micro, piccole e medie imprese. Attualmente è ancora disponibile per le regioni del Centro-Nord; chiuso invece dal 18 maggio 2022 lo sportello per le aree del Mezzogiorno, a seguito dell’esaurimento delle risorse.

Vengono finanziati, nella forma del contributo in conto impianti, programmi per la realizzazione di investimenti dal contenuto tecnologico coerente al piano Transizione 4.0, con priorità per quelli in grado di offrire un particolare contributo agli obiettivi di sostenibilità. Per questi ultimi sono previsti specifici criteri di valutazione, che consentono all’impresa proponente di conseguire un punteggio aggiuntivo nell’ambito della procedura di accesso.

Sono valorizzati, sulla base di indicatori di sostenibilità dedicati, i programmi che puntano:
  • alla transizione dell’impresa verso il paradigma dell’economia circolare;
  • al miglioramento della sostenibilità energetica dell’impresa, con il conseguimento di un risparmio energetico, all’interno dell’unità produttiva interessata dall’intervento, non inferiore al 10% rispetto ai consumi dell’anno precedente.
I programmi di investimento devono essere finalizzati allo svolgimento di:
  • attività manifatturiere, ad eccezione dei divieti e limitazioni inerenti al settore siderurgico, del carbone, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei trasporti, nonché della produzione della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche. Sono esclusi anche i programmi di investimento che non garantiscono il rispetto del principio DNSH;
  • servizi alle imprese.
Sono ammesse le spese per:
  • macchinari, impianti e attrezzature;
  • opere murariestrettamente funzionali alla realizzazione degli investimenti in nuove tecnologie, nei limiti del 40% delle spese ammissibili;
  • programmi informatici e licenzeper l’uso di macchinari;
  • acquisizione di certificazioni di sistemi di gestione ambientali o di efficienza energetica EMAS, UNI EN ISO 14001, UNI CEI EN ISO 50001 e di certificazioni ambientali di prodotto, relative alla linea di produzione oggetto del programma di investimento, che rientrano nella categoria delle etichette ambientali di tipo I regolamentate dalla norma ISO 14024 (es. Ecolabel) o delle etichette di tipo III regolamentate dalla norma ISO 14025 (EPD).

Per i progetti di investimento volti al miglioramento della sostenibilità energetica dell’impresa, sono ammissibili anche le spese per servizi di consulenza diretti alla definizione della diagnosi energetica relativa all’unità produttiva oggetto delle misure di efficientamento energetico, nei limiti del 3% dell’importo complessivo delle spese ammissibili e a condizione che l’effettuazione non costituisca un adempimento obbligatorio per l’impresa.

Rivoluzione verde: le FAQ

Tra le richieste di informazioni che più frequentemente sono giunte al team di Agevola negli ultimi mesi c’è quella relativa alla concessione di incentivazioni per iniziative finalizzate all’installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia da fonte rinnovabile. Questo specifico ambito richiede un monitoraggio capillare, in quanto spesso trattato da particolari enti regionali.

Ad esempio, il Fondo di rotazione “Anticrisi attività produttive” (in gestione alla finanziaria regionale Veneto Sviluppo) ha messo a disposizione negli scorsi mesi un plafond destinato alle agevolazioni in forma mista per l’installazione di impianti fotovoltaici, ora sospeso per il raggiungimento del pieno impiego delle risorse disponibili.

Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia hanno invece promosso alla fine di settembre una misura finalizzata a sostenere le imprese turistiche a seguito dell’aumento dei costi dell’energia, con data di chiusura sportello stabilita il 22 dicembre 2022. La dotazione finanziaria, pari a 2 milioni di euro, viene in questo caso indirizzata a sostenere diversi interventi di efficientamento energetico, tra cui le spese relative all’acquisto e installazione di collettori solari termici, impianti di microcogenerazione e impianti fotovoltaici per l’autoproduzione di energia con fonti rinnovabili da utilizzare nel sito produttivo. La misura prevede l’assegnazione dei contributi (a fondo perduto fino al 50% delle spese ammissibili, per un massimo di 40 mila euro) con procedura “a sportello valutativo”.

Sul territorio, è già avviato l’impegno a sostenere la realizzazione di progetti con finalità di transizione hi-tech ed ecologica. Tuttavia, le molteplici opzioni rese disponibili dal comparto agevolativo spesso non sono visibili all’imprenditore, assorbito dalla vorticosa quotidianità del business. Per accedervi occorrono alta specializzazione e concreta responsabilità.

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Jessica Gaigher / The Founder

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