Agevola Imprese

Legge di Bilancio
31 Ottobre 2025

Sotto la lente del Fisco: i controlli sulle agevolazioni

Ddl Bilancio e revisione PNRR, tempi interessanti per i crediti d’imposta

Rigore e trasparenza: questa la direzione tracciata per il futuro degli incentivi fiscali. Tra le disposizioni del Ddl Bilancio 2026, il cui iter di approvazione ha ufficialmente preso il via ieri in Senato, e le modifiche in arrivo con la sesta revisione del PNRR, si delinea un nuovo scenario per la gestione e la verifica dei crediti d’imposta: più controlli, più tracciabilità, più attenzione alla rendicontazione. Un contesto in cui la compliance documentale e l’assistenza di professionisti qualificati, capaci di accompagnare l’azienda sin dalla progettazione dell’investimento fino all’attività ispettiva da parte dell’amministrazione finanziaria, diventano strumenti indispensabili di tutela.

Ddl Bilancio 2026: stretta sulle compensazioni e nuovo modello di agevolazioni

Dopo aver ricevuto il via libera dal Consiglio dei ministri lo scorso 17 ottobre, per il disegno di legge di bilancio 2026-2028 è iniziata ieri la sessione in Senato. L’iter di approvazione da parte del Parlamento dovrà portare all’ok definitivo entro il 31 dicembre 2025.

Mentre l’articolo 94 del testo ora all’esame introduce un nuovo modello di agevolazioni per gli investimenti high tech, anche ad alta efficienza energetica, più stabile e strutturale, basato sull’ammortamento potenziato, viene parallelamente introdotta, con l’articolo 26, una stretta sull’utilizzo dei crediti d’imposta.

Salvo modifiche alle disposizioni attualmente incluse nella bozza del Ddl, tra le principali misure interessate dalla nuova norma ci sarebbero i crediti d’imposta Transizione 4.0, 5.0, Ricerca & Sviluppo e ZES Unica. Secondo quanto previsto, dal primo luglio 2026, i crediti maturati non potranno più essere utilizzati per il pagamento di contributi previdenziali e assistenziali, premi assicurativi Inail, sanzioni e interessi di tributi e contributi, ritenute e imposte sostitutive.

Da gennaio 2026, inoltre, si introduce un abbassamento da 100 mila a 50 mila euro della soglia di debiti iscritti a ruolo che blocca la compensazione (limitazione mitigata dall’adesione alla rottamazione quinquies, articolo 23 del Ddl Bilancio 2026). Con i canali di uscita di questi crediti più circoscritti, sarà possibile perl’Agenzia delle Entrate focalizzare più efficacemente le sue attività di controllo preventivo, che richiedono mediamente dai 30 ai 90 giorni di sospensione dell’F24.

La volontà è quella di rendere il sistema più trasparente, ma anche più rigoroso. Se l’articolo 26 del Ddl Bilancio sarà ufficializzato, molte aziende saranno spinte a pianificare la chiusura tempestiva delle pratiche già in svolgimento (ad esempio 4.0 e 5.0) per – se possibile – fruire dei crediti maturati entro giugno 2026.

PNRR, risorse rimodulate: nuove regole per i crediti 4.0?

Novità significative sul futuro dei crediti d’imposta, in particolare 4.0, emergono anche da un’attenta lettura degli importi della sesta revisione del PNRR in capo al Ministero delle Imprese. Nel corso del recente webinar organizzato da FASI.eu “Gli incentivi del MIMIT nella sesta revisione del PNRR”, Donatella Proto, dirigente dell’Unità di missione per l’attuazione degli interventi PNRR del MIMIT, ha chiarito i dettagli della trattativa in corso con Bruxelles volta a liberare risorse nazionali da destinare al nuovo ammortamento maggiorato 4.0+5.0 “articolo 94”. In sostanza, si tratterebbe di coprire il fabbisogno Transizione 4.0 2023-2025 attraverso risorse “avanzate” da Transizione 5.0 (3,8 miliardi) e altri strumenti, compreso il Bando FER, mettendo sul piatto un rifinanziamento di 4,7 miliardi.

Se la negoziazione con la Commissione UE andrà in porto, i crediti 4.0 maturati nel triennio 2023-2025, finora coperti da fondi nazionali, potrebbero quindi confluire sotto risorse PNRR/RePowerEU, con verosimile introduzione di nuove regole di rendicontazione:

  • obbligo di rispetto del principio DNSH (Do No Significant Harm) ed esclusione di specifici codici ATECO;
  • necessità di applicazione della nettizzazione per evitare doppio finanziamento;
  • nuove tempistiche di rendicontazione in linea con i vincoli europei.

Proto ha annunciato l’arrivo di istruzioni operative tempestive per aiutare le imprese a orientarsi all’interno di eventuali nuove regole.

Anche da questo fronte si coglie il segnale: la stagione della leggerezza sui controlli è finita, e la tracciabilità delle agevolazioni diventa un elemento centrale della politica industriale.

Compliance e conservazione documentale: la prima difesa dell’impresa

In questo frangente di tolleranza sempre più scarsa verso la dispersione incontrollata di soldi pubblici, la parola chiave è prevenzione.
La possibilità di accedere a un incentivo è una grande opportunità per un’impresa, ma comporta anche la responsabilità di dimostrarne la corretta fruizione.
La compliance documentale, ossia la raccolta ordinata, aggiornata e verificabile di tutti i documenti richiesti dalle normative, rappresenta la prima linea di difesa in caso di controllo.

Un dossier completo tutela l’impresa da contestazioni e revoche, oltre a essere segno di una gestione interna efficiente.
I controlli possono avvenire, in linea generale, anche a distanza di cinque anni dalla fruizione dei contributi: archiviare oggi significa dormire sonni tranquilli domani.

Ogni agevolazione ha le sue regole

Non esiste una check list universale: ogni misura ha procedure e oneri documentali propri.
Per esempio, la perizia asseverata è obbligatoria per i beni 4.0 e 5.0 di valore superiore a 300 mila euro, ma non per i crediti R&S.
Altre agevolazioni richiedono relazioni tecniche o certificazioni di esperti iscritti in specifici albi, mentre la Nuova Sabatini impone particolari verifiche amministrative e tecniche sui beni finanziati.

Il principio è uno: ogni investimento agevolato deve avere un fascicolo dedicato, un dossier tecnico, fiscale e amministrativo necessario a provarne la conformità.

I 10 elementi di un dossier “a prova di controllo”

Un fascicolo ben strutturato dovrebbe contenere generalmente:

  1. documentazione sulla sicurezza sul lavoro;
  2. prove di regolarità contributiva e fiscale (DURC, F24, attestazioni);
  3. relazioni tecniche e asseverazioni di esperti;
  4. perizie di interconnessione;
  5. contratti e accordi con i fornitori;
  6. documentazione contabile di dettaglio (DDT, cronoprogrammi, pagamenti);
  7. fatture “parlanti” con le corrette diciture normative;
  8. comunicazioni ufficiali agli enti competenti (Agenzia delle Entrate, MIMIT, GSE);
  9. verbali di revisori o sindaci;
  10. analisi delle cumulabilità per evitare doppio finanziamento.

La digitalizzazione con firma e marca temporale è oggi una garanzia di maggiore sicurezza e praticità nella gestione dei controlli.

Durante la verifica: calma, chiarezza e assistenza professionale

Ricevere una PEC di verifica da parte dell’amministrazione finanziaria può creare tensione, ma è fondamentale affrontarla con lucidità: un controllo non implica automaticamente un’irregolarità, è parte del normale ciclo di vita dell’incentivo.
Ogni impresa ha diritto a conoscere l’ambito del controllo e farsi assistere da un consulente qualificato per fornire una documentazione precisa e verificata.

Un professionista esperto può gestire i rapporti con i verificatori, verbalizzare correttamente le osservazioni e tutelare i diritti dell’impresa in ogni fase del procedimento.

Con un’esperienza maturata su migliaia di pratiche concluse positivamente, Agevola Imprese Group si conferma un partner di fiducia per accompagnare le imprese dalla domanda all’erogazione, fino alla gestione post-ispettiva, garantendo tutela, competenza e tranquillità.

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