Team Building
l'unione fa la forza

Velocità, collaborazione, determinazione: le caratteristiche indispensabili per vincere sul terreno agevolativo sono state le stesse necessarie per trionfare alla prima, spettacolare, edizione delle Agevoliadi, tenutasi il 29 agosto 2022, in Franciacorta.

Diversi giochi e attività, due squadre; sana competizione ma anche supporto, sintonia e amicizia. Sul terreno di gara, l’esperienza di team building ha assunto il suo pieno significato di “costruzione del gruppo”, in una rete di relazioni capace di intrecciare senso di appartenenza, fiducia e condivisione.

«Possiamo essere arrivati fin qui su navi diverse, ma ora siamo tutti nella stessa barca». Questa frase di Martin Luther King, che richiama all’intelligenza prima ancora che alla solidarietà e all’unità, introduce il racconto di un anno di attività di team building.

Al centro la motivazione della squadra, terra fertile, da coltivare con cura, accorciando la distanza tra gli obiettivi personali e quelli dell’azienda. Perché, citando Henry Ford, «ritrovarsi insieme è un inizio, restare insieme è un progresso, ma riuscire a lavorare insieme è un successo».

Il rischio è un compagno, un amico, che permette di esprimere energie e capacità trattenute per timore o per incredulità. Uscire dall’abituale, per sfidare l’ignoto, richiede coraggio. Affrontarlo fa paura: eppure restare sempre nella stessa comfort zone può comportare un rischio ancora più grande. Quello di non essere mai veramente realizzati e felici.

L’unica cosa che resta sempre uguale, è che tutto si trasforma: in una squadra coesa, il cambiamento si fronteggia insieme, contando gli uni sugli altri. Quando il legame è profondo, e lo schieramento è forte e determinato, nessuno resta indietro.

Camminare nel silenzio, respirare la storia del territorio, riscoprendo in essa la propria. E poi uscire dalla quiete per ritrovare il proprio posto, e osservarlo da una nuova prospettiva. A volte percorrere lo spazio consente anche di prendere distanza dalle emozioni e dai pensieri più radicati, aprendo la via ad altri modi di vedere una situazione, altri punti di vista. Concedersi il tempo per vedere attraverso lo sguardo altrui permette di crescere e di avvicinarsi. Passo dopo passo, l’uno accanto all’altro, per rivolgersi insieme a nuovi obiettivi da raggiungere.

Due giorni senza connessione e digitale, notifiche, suonerie, scadenze e appuntamenti. In Giappone, questa pratica chiamata Shinrin-yoku (letteralmente “bagno nella foresta”), è oggetto di una vera e propria iniziativa di politica sanitaria da parte del Governo, e viene comunemente prescritta come cura preventiva. Trascorrere del tempo a contatto con la natura, lontano dalla tecnologia, contribuisce a migliorare lo stato psicofisico, attenuando gli effetti dello stress, facendo leva sugli istinti primari. A smarphone spenti, è più facile prestare attenzione a quello che c’è intorno, alle persone con cui lo si condivide, sperimentando rilassamento, pace ed equilibrio.

Ogni componente di un gruppo dovrebbe sempre essere consapevole delle proprie qualità, per poter apportare valore aggiunto all’insieme. In Val Bognanco l’attività di team building ha assunto i tratti di un cammino fisico attraverso montagne reali, ma anche emotivo, lungo montagne interiori. Un passo per volta, una paura per volta, a partire dalla più piccola. Per accorgersi che quella che sembra la più grande, è solo quella che non si è ancora affrontata.

In connessione l’uno all’altro, con i sensi attivi e recettivi, aperti all’ascolto, i sentieri percorsi insieme sono stati tragitti di trasformazione, crescita e riscoperta delle proprie doti.

All’interno di un team affiatato si condividono valori, responsabilità, obiettivi. Si condividono emozioni: la sorpresa verso una novità, l’adrenalina dell’avventura, la gioia per una vittoria. A volte l’ambizione e la grinta che si respirano quando c’è aria di sfida.

Schierati sulla griglia di partenza, un brivido quando il semaforo si colora di verde: la pole position è riservata ai piloti più esperti, capaci di togliere il piede dall’acceleratore il più tardi possibile e stringere le curve. Ma la felicità di brindare tutti insieme al valore della squadra non prevede classifiche, è uguale per tutti.