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Essere o non essere PMI? Le dimensioni contano, ma non solo

Identificare chiaramente il proprio statuto di micro, piccola o media impresa per poter beneficiare di specifici incentivi pubblici, aiuti di stato e contributi in de minimis nell’ambito degli strumenti di finanza agevolata. È quanto viene richiesto dalle autorità preposte a garantire che determinate misure di assistenza siano fruite solo dalle aziende che ne hanno realmente diritto. Per potersi qualificare come PMI non contano solo le dimensioni. Ecco gli orientamenti forniti dall’UE nel 2020, tuttora validi.

PMI, essere o non essere?

Saperlo è fondamentale per poter accedere ai vantaggi offerti dalla finanza agevolata.

Nuova Sabatini, Fondo di garanzia. E poi la gran parte dei bandi locali. Sono solo alcuni esempi di misure di sostegno riservate esclusivamente alle micro, piccole, medie imprese.

La determinazione dei parametri dimensionali, di prassi, è tra i primi step della prevalutazione che i consulenti Agevola mettono in atto, una volta incaricati da parte dell’azienda intenzionata ad accedere a particolari strumenti agevolativi. Da un corretto inquadramento dimensionale dipenderà non solo l’effettiva possibilità di ottenere il contributo desiderato, ma anche l’opportunità di cumularlo con altri.

L’importanza di chiamarsi PMI

Sono la colonna portante dell’economia italiana, e anche all’interno del Rapporto Regionale PMI 2023, curato da Confindustria e da Cerved in collaborazione con UniCredit, pubblicato alla fine di giugno 2023, è monitorata la loro costante crescita in termini numerici (fatta eccezione per la contrazione pandemica del 2020).

In base agli ultimi dati demografici, si stimano 163.551 PMI nel 2021 in Italia, il 4,2% in più rispetto al 2020 e il 2,3% in più rispetto al 2019.

Andamento del numero di PMI, 2007-2021

Numeri indice (2007=100) e var% 20221/2020

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Fonte: Rapporto Regionale PMI 2023

Come definire le PMI

In base a quanto riportato dalla Commissione Europea nella Guida dell’utente alla definizione di PMI, pubblicata nel 2020 e ancora in vigore, la prima distinzione da prendere in considerazione è quella tra PMI e grandi imprese. Nella prima categoria sono comprese anche le micro imprese.

Per chiarire se un’impresa possa qualificarsi come PMI, è necessario effettuare il calcolo dei parametri dimensionali. Fondamentale, allora, raccogliere tre dati chiave: il fatturato (voce A1 Conto economico ex art. 2425 c.c.), il totale dell’ultimo bilancio aziendale depositato (nel caso l’impresa sia una società di persone si fa riferimento all’ultimo modello Unico trasmesso alla CCIAA), ed il numero dei dipendenti occupati all’interno dell’azienda nell’anno contabile di riferimento.

Sono definiti PMI tutti i soggetti giuridici con meno di 250 dipendenti, un fatturato annuo inferiore a 50 milioni oppure un totale di bilancio inferiore a 43 milioni di euro.

Se l’azienda è stata costituita da poco e non sono ancora disponibili documenti contabili depositati, si farà riferimento ai dati “provvisori” disponibili, aggiornati al momento della presentazione della domanda di agevolazione a cui si desidera accedere.

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PMI: le dimensioni contano (ma non bastano)

Per determinare se un’impresa sia o meno una PMI, le sue dimen­sioni (numero di dipendenti, fatturato e totale di bilan­cio) non sono l’unico fattore da considerare. Esclusivamente in base a questi termini, un’impresa potrebbe risultare “piccola”; tuttavia, se avesse accesso a ulteriori risorse significative (ad esempio perché posseduta, collegata o asso­ciata a un’impresa più grande), potrebbe non essere qualificabile come PMI.

Nel caso in cui le quote di un’azienda fossero detenute (in tutto o in parte) da altre imprese, o l’azienda detenesse, direttamente o indirettamente, partecipazioni in altre imprese, sarebbe necessario aggiungere ai dati di fatturato, totale di bilancio e numero dipendenti anche quelli delle altre eventuali aziende.

Il gruppo aziendale: imprese associate e collegate

In caso di associazioni economiche tra imprese, senza che una di esse eserciti un controllo effettivo, diretto o indiretto, sull’altra, due o più imprese si definiscono associate quando una delle due detiene almeno il 25% e fino al 50% del capitale (o dei diritti di voto) dell’altra.

In questo caso, i dati di fatturato, totale di bilancio e numero dipendenti si sommano a quelli di tutte le imprese che generano l’associazione, in misura proporzionale alla percentuale di associazione (tra il 25% e il 50%).

Nel caso in cui la partecipazione superi la soglia del 50%, due o più imprese si definiscono collegate. Le imprese collegate sono quelle che costituiscono un gruppo mediante il controllo diretto o indiretto della maggioranza dei diritti di voto di un’impresa da parte di un’altra o attraverso la capacità di esercitare un’influenza dominante su di essa (esempio: diritto di nominare o revocare la maggioranza dei membri del consiglio di amministrazione; esistenza di un contratto tra imprese che conferisce ad una di esse il diritto di esercitare un’influenza dominante su un’altra…).

Un’impresa si definisce collegata ad un’altra anche tramite una o più persone fisiche, nel caso in cui queste siano in possesso della maggioranza delle quote di più aziende, e il settore di attività sia il medesimo (o il codice Ateco sia contiguo), oppure un’azienda consegua dall’altra almeno il 25% del fatturato annuo.

Ai fini del calcolo dimensionale, i dati di fatturato, totale di bilancio e numero dipendenti si sommano interamente a quelli di tutte le imprese che generano il collegamento.

Dimensioni e agevolazioni

Sono molte le opportunità di finanziamento e sostegno per le imprese che si basano su requisiti legati alle dimensioni dell’azienda.

È essenziale prestare una particolare attenzione al loro calcolo corretto: i parametri dimensionali vengono attentamente verificati da commissioni designate di vigilare sulla lecita fruizione delle agevolazioni. Errori o anomalie potrebbero portare alla sospensione o addirittura alla revoca dei benefici ottenuti. Una consulenza accurata può essere decisiva per stabilire con precisione le dimensioni dell’azienda e identificare agevolazioni “su misura”.

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Jessica Gaigher / The Founder

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