Senza copertura assicurativa contro eventi catastrofali, le aziende rischiano di perdere l’accesso a contributi e agevolazioni statali. Dopo le grandi imprese, tocca ora alle medie mettersi in regola, con deadline 1° ottobre 2025; per le micro e piccole, la scadenza è fissata a fine anno. L’obbligo di stipula, previsto dalla Legge di bilancio 2024, è già stato recepito nell’ambito di diverse misure Mimit, come Smart&Start e il Bando FER per le PMI. Ma lo stesso Ministero ha specificato che l’elenco stilato fin qui non è definitivo: è ragionevole aspettarsi che presto anche altri strumenti d’incentivazione vengano preclusi alle imprese inadempienti. In primis quelli oggetto di restyling in sessione di bilancio: il Fondo di Garanzia per le PMI e il nuovissimo incentivo annunciato dal ministro Adolfo Urso, che nel 2026 accorperà Transizione 4.0 e Transizione 5.0.
Manca poco: dal 1° ottobre 2025 le medie imprese dovranno aver stipulato una polizza assicurativa contro eventi catastrofali, pena l’esclusione da bandi e agevolazioni pubbliche. L’obbligo, introdotto dalla Legge di Bilancio 2024 e definito dai decreti attuativi successivi, riguarda tutte le realtà con sede legale in Italia o stabile organizzazione sul territorio, tenute all’iscrizione nel Registro delle imprese.
Per le grandi aziende la scadenza è già stata superata il 31 marzo 2025 (con ulteriori tre mesi di tolleranza), mentre le micro e piccole avranno tempo per conformarsi fino al 31 dicembre 2025.
Restano escluse dall’obbligo le imprese agricole, che continueranno a beneficiare della copertura del Fondo mutualistico nazionale per i danni meteoclimatici.
Qui un indice degli argomenti:
Incentivi già condizionati alla polizza
No assicurazione, no party. Se, solo sei mesi fa, non era del tutto chiaro quale sarebbe stato l’impatto delle nuove disposizioni sulle agevolazioni, ad oggi è possibile contare su diversi chiarimenti forniti dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, incluso un set di FAQ.
Lo stesso Ministero ha, inoltre, pubblicato in data 25 luglio ildecreto 18 giugno 2025, contenente un primo elenco di misure non più accessibili senza polizza catastrofale. Tra queste figurano:
- contratti di sviluppo e mini-contratti di sviluppo;
- agevolazioni per aree di crisi industriale (legge 181/89), recentemente dotate di un nuovo testo di riferimento per gli accessi;
- Smart&Start a sostegno delle startup innovative;
- incentivi per economia circolare e riconversione dei processi produttivi;
- fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali, misure a favore di cooperative, startup e venture capital.
- il bando per l’autoproduzione di energia rinnovabile nelle PMI. In questo caso il termine per presentare domanda di accesso (30 settembre 2025) precede di poco l’avvio dell’obbligo per le medie imprese; l’eventuale inadempienza potrebbe tuttavia avere effetto sull’erogazione del contributo, come indicato dal Mimit.
Un elenco destinato ad allungarsi
Il Mimit ha chiarito,in una nota del 5 agosto 2025, che l’elenco pubblicato a luglio non è da considerarsi esaustivo. È in corso, infatti, l’adeguamento di ulteriori incentivi, anche in collaborazione con altri ministeri. Tra le misure che, in futuro, potrebbero includere la polizza catastrofale tra i requisiti d’accesso è probabile aspettarsi:
- il nuovo piano organico per la Transizione digitale verde, che accorperà Transizione 4.0 e 5.0 in uno schema pluriennale finanziato con risorse nazionali. La sua definizione è nel cantiere della sessione di bilancio, come si apprende dalla viva voce del ministro Adolfo Urso, raccolta a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio;
- il Fondo di Garanzia per le Pmi, oggi oggetto di una revisione alla quale stanno lavorando Mimit e MEF che dovrebbe entrare nella prossima manovra e diventare operativa con l’inizio del 2026.
In buona sostanza, l’impresa che non si metterà in regola entro i termini previsti per la sua specifica dimensione, rischia di vedersi presto preclusi ulteriori strumenti di sostegno agli investimenti.
I beni da assicurare, anche in leasing
La polizza deve coprire i danni derivanti da calamità naturali ed eventi catastrofali relativi ai beni impiegati nell’attività d’impresa: terreni, fabbricati, impianti, macchinari e attrezzature.
Sono previste alcune casistiche particolari:
- le imprese che operano solo con beni in leasing o in affitto devono comunque assicurarsi, salvo che il proprietario non abbia già stipulato la copertura;
- i fabbricati con difformità edilizie non sono assicurabili e restano esclusi dagli indennizzi pubblici;
- i fabbricati in costruzione non rientrano nell’obbligo;
- chi svolge attività d’impresa in casa deve assicurare la porzione destinata al lavoro.
Conformità nei termini per azzerare il rischio di esclusione
La mancata sottoscrizione della polizza non comporta multe o sanzioni amministrative. La vera conseguenza è la perdita del diritto ad accedere a contributi, agevolazioni e persino a misure straordinarie in caso di calamità.
Per questo, le imprese sono chiamate ad agire subito: le medie entro il 1° ottobre 2025, le micro e piccole entro il 31 dicembre 2025. Trascorsi questi termini, l’assenza della copertura pregiudicherà fatalmente la partecipazione a molteplici bandi e programmi di sostegno.